Registrazione                

Archivio

EcoMuseo del Pianalto di Romanengo

Sezioni principali del sito

Rocca di Romanengo

L’edificio si trova nel centro abitato di Romanengo, in un contesto ambientale molto particolare, anch’esso vincolato, che è il “terrapieno”, una altura sulla quale venne fondato nel 1192 il “castrum” di Romanengo, e del quale oggi rimangono visibili il castello appunto e parte delle mura.

La fondazione del castello e del borgo franco di Romanengo risale all’anno 1192 come luogo strategico posto al confine nord-occidentale del territorio cremonese con quello cremasco, con la finalità di controllare il deflusso delle acque dirette verso Cremona (che di lì a qualche decennio avrebbero costituito il Naviglio civico) nonché un passo stradale che vi si svolgeva accanto.
Sorto su un piccolo rilevato, che le carte antiche definiscono come dossum Rumelegi, il castello andò via via organizzandosi e popolandosi aggiungendo nel tempo nuove strutture a quelle già esistenti. Intorno alla metà del XIII secolo vi venne edificata la chiesa castrense intitolata a S. Giorgio, mentre sempre all’interno del castrum come si legge in un accurato recente studio di Ferruccio Caramatti trovarono collocazione la domus Communis, ossia la sede comunale, nonché l’hospitalis Sancti Bartolomei, luogo di accoglienza e di assistenza per viandanti e pellegrini.
Nel corso del tempo all’interno del castello vennero edificate varie decine di abitazioni civili, organizzate secondo un ordine urbanistico definito dalla rete delle strade principali e secondarie, una delle quali correva lungo il lato interno delle mura.
Alle primitive strutture difensive costituite essenzialmente dal fossatum e dal terralium piuttosto semplici e caratteristiche di tutti i luoghi fortificati di pianura, a partire almeno dagli ultimi secoli dell’Alto medioevo, nella seconda metà del secolo XV si mise mano a importanti lavori di rifortificazione per volere di Francesco Sforza, duca di Milano. Sicché il castello di Romanengo ebbe una nuova cinta muraria merlata ed una nuova rocca, forse in parte edificata su quella precedente.
Le mura vennero demolite intorno alla metà dell’Ottocento, ma ne sono visibili ancora alcuni tratti, mentre quel che rimane della rocca sforzesca, già trasformata nel secolo XVIII in azienda agricola e alla fine del XIX secolo in casa di riposo, si affaccia al margine orientale del dosso al quale, peraltro, sono state addossati, negli anni Ottanta del secolo scorso, nuovi edifici pubblici (scuole medie) secondo scelte urbanistiche incongrue con il valore storico-archeologico del luogo.

 

(Fonte: Il Territorio come Ecomuseo, Nucleo Territoriale 9, Il Pianalto di Romanengo. Valerio Ferrari - Fausto Leandri.)



Condividi su:
     
Ecomuseo del Pianalto di Romanengo - Via Castello 2, 26016 Romanengo (CR) Home  |   Privacy  |   Cookies  |   Credits  |